La spesa energetica totale giornaliera è strettamente correlata alle esigenze energetiche quotidiane.
Tutti i compiti essenziali della vita infatti richiedono energia. Anche il semplice atto di respirazione e il funzionamento corretto degli organi richiede una spesa energetica specifica.
La quantità di energia spesa quotidianamente è quindi centrale per comprendere sia le esigenze nutrizionali che l’impatto dell’attività fisica a livello metabolico.
Ma come varia questa spesa energetica nel corso della vita? È vero che il metabolismo rallenta con l’avanzare dell’età? Che dopo i 30 anni il metabolismo si “blocca”? Ed è per questo che si tende a prendere peso?
Un recente studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Science”, ha analizzato la stretta relazione tra età e spesa energetica in riferimento a un gruppo di individui di entrambi i sessi, di età compresa fra il periodo neonatale e i 95 anni.
Come ci si poteva aspettare, è risultato che il dispendio energetico totale e basale, per Kg di peso corporeo, è massimo nel primo anno di vita di un bambino, raggiungendo un valore di metabolismo basale pari a 3 volte il metabolismo di un uomo di 75 anni.
Dopo il primo anno di vita, la spesa energetica basale e totale, per Kg di peso, diminuisce fino ai 20 anni per poi stabilizzarsi in una fascia di età compresa tra i 20 e i 65 anni di età, sia negli uomini che nelle donne.
La sola differenza metabolica che si riscontra tra i 2 sessi è dovuta al fatto che, a parità di altezza e peso corporeo, la donna possiede un quantitativo di massa muscolare inferiore all’uomo, che ne determina una ridotta spesa energetica basale.
Sebbene siamo portati a credere che dopo i 20-30 anni il metabolismo “rallenti”, in realtà la spesa energetica resta costante fino ai 65 anni. Inoltre, situazioni fisiologiche specifiche come la gravidanza o l’allattamento, non determinano variazioni significative della spesa energetica quotidiana.
Soltanto dopo i 65 anni si riscontra effettivamente una riduzione della velocità metabolica, prevalentemente causata da una riduzione della massa grasso-priva, dell’attività fisica e da riduzioni del metabolismo organo-specifico. La spesa totale in particolare, si riduce annualmente di circa lo 0,7% e la massa muscolare cala di circa il 15% ogni 10 anni, sia a causa di una maggiore sedentarietà che di una ridotta capacità da parte dell’organismo di sintetizzare proteine muscolari.
Oltre i 95 anni di età la riduzione si attesta intorno al 26% rispetto a un adulto di mezza età.
Da qui si deduce che il calo del tasso metabolico negli adulti più anziani potrebbe aumentare il rischio di aumento di peso.
Con l’avanzare dell’età quindi, è vero che la velocità del metabolismo basale si riduce, ma non così presto come si tende a credere.
La differenza sostanziale nella spesa energetica è determinata dalla quota di massa muscolare, perciò risulta fondamentale praticare attività sportiva per tutto l’arco della vita, con una intensità ovviamente proporzionata alla specifica età.
Ecco che quindi l’intervento di un regime alimentare mirato, unitamente ad un’attività fisica costante, permette di rallentare quella fisiologica perdita di tono muscolare, contrastare l’aumento di peso e vivere una vita qualitativamente migliore.
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Valentina Romano
Biologa nutrizionista
valentina.romano085@gmail.com