LA PAROLA AI PROTAGONISTI E MEDAGLIATI DEI CAMPIONATI ITALIANI JUNIORES E PROMESSE

Francesco Ruzza, Paolo Messina e Simone Biasutti, medagliati della Trieste Atletica raccontano le proprie sensazioni dopo la loro trasferta tricolore in terra marchigiana

I Campionati Italiani Indoor, riservati alle categorie Juniores e Promesse e svoltisi lo scorso weekend ad Ancona, sono stati proficui e soddisfacenti per la Trieste Atletica. Ben tre atleti su cinque sono saliti sul podio, conquistando due medaglie d’oro e una di bronzo. 

Francesco Ruzza, classe 2000, si è classificato terzo nella gara del salto in alto promesse con la misura di 2.10 ad un centimetro dal suo personale. 

“Inizialmente non avrei scommesso su un piazzamento sul podio, ma poi sono entrato in pedana sperando di lottare per una medaglia”- ci racconta Francesco- “quando poi l’asticella ha iniziato a salire a 2.08 ed ero ancora l’unico atleta senza aver commesso errori ho iniziato a sperare nell’impresa”. 

Ben quattro atleti sono arrivati alla fine con la stessa misura, ma Francesco non ha rimpianti riguarda alla medaglia di legno.“Sono molto soddisfatto di come ho gestito i salti, tutto quello che potevo fare l’ho fatto, gli altri sono stati semplicemente più bravi a tirare fuori la misura che contava”.

Il nativo di Caorle fino a due anni fa gareggiava con una società veneta, poi, trasferitosi a Trieste per studi, è passato alla Trieste Atletica. “È una città stupenda che devo ancora scoprire fino in fondo; se Trieste mi ha accolto così bene il merito è tutto dell’atletica, in particolare del gruppo di allenamento di Claudio Loganes con cui mi trovo benissimo dentro e fuori dal campo. Fin da subito mi hanno fatto sentire incluso e ben voluto, ed è grazie alla loro amicizia se questo periodo di pandemia e limitazioni sta passando molto più piacevolmente del previsto”.

La prestazione più inaspettata l’ha offerta  Paolo Messina, classe 2002 e vincitore dei 200 metri Junior. 

“La prestazione sui 200m, a dirla tutta, non me l’aspettavo nemmeno io e tantomeno non mi aspettavo il titolo”- confessa Paolo-“Ho cominciato a pensare all’assurda eventualità del titolo italiano solamente dopo le batterie ma il mio obiettivo, inizialmente, era la finale”.

Poi Paolo ci racconta un simpatico aneddoto sulla gara.“Inizialmente questa gara non volevo farla, ero più concentrato sui 60m, mentre i 200m indoor non mi hanno mai entusiasmato anche perché la pista è inclinata e il rischio di fare invasione è veramente alto! Grazie al mio allenatore Max Dessardo (e anche a mia mamma se devo dirla tutta) sono stato convinto a partecipare e, direi, che è stata la scelta giusta”. 

La seconda medaglia d’oro se l’è messa al collo una colonna portante della nostra società, ovvero quel Simone Biasutti che dall’ottobre scorso si allena nella caserma delle Fiamme Gialle a Castelporziano (Roma) sotto la guida di Fabrizio Donato, il miglior triplista italiano della storia. Il 21enne triestino ha colto il bersaglio grosso nel salto triplo promesse con la misura di 16,35 m.

“Non posso ritenermi soddisfatto al 100% per questo 16.35, mi sono allenato tanto e bene qui a Roma, quindi sento di valere molto di più”- ci racconta Simone -“Sicuramente è un passo avanti perché comunque ho riconfermato la mia costanza sopra i 16 metri abbondanti, ora però c’è bisogno del salto di qualità”. Un salto che tutti noi ci auguriamo, dalla dirigenza ai suoi compagni di team. Simone, poi, ci racconta la nuova vita a Roma e quanto gli manchi la sua città. “Trieste mi manca tanto. Vivendo qui in caserma ho potuto confrontare i due ambienti e per quello che è il mio sogno, lasciare Trieste e di conseguenza la mia famiglia e i miei amici, è stato necessario. L’aspetto sociale ne ha risentito molto, qui si passa molto tempo da soli. In più rivaluti anche la bellezza estetica, capendo che Trieste è veramente una piccola oasi idilliaca, però non esiste luogo più adatto come la caserma e questo centro sportivo per diventare un atleta professionista”.