Si è svolto ieri pomeriggio il primo incontro del progetto “MAI SOLI” presso la Casa Circondariale Ernesto Mari di Trieste. Il programma ha visto la partecipazione di 18 detenuti, che hanno avuto l’opportunità di conoscere nel dettaglio il percorso di formazione teorica e pratica che li accompagnerà nelle prossime settimane. “MAI SOLI”, ideato dall’Asd Trieste Atletica Aps e sostenuto da Sport e Salute S.p.A., ha come obiettivo principale la reintegrazione sociale dei detenuti attraverso lo sport, in particolare l’atletica. Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i contenuti delle 50 ore di formazione, che spazieranno dall’insegnamento delle tecniche di allenamento a livello giovanile all’organizzazione di eventi sportivi.

L’incontro ha rappresentato soprattutto un primo momento di condivisione, con ampio spazio dedicato alla discussione delle esperienze, aspirazioni e obiettivi personali. Un dialogo arricchente che ha visto la partecipazione, tra le file del sodalizio presieduto da Pompeo Tria di Silvina Testa, educatrice professionista ed esperta di comunicazione e Ludovico Armenio, giornalista e collaboratore dell’ufficio stampa della società gialloblù. Nei prossimi appuntamenti, il progetto si arricchirà della partecipazione di istruttori federali di atletica e rappresentanti del mondo sportivo locale, che contribuiranno alla formazione dei detenuti, con l’intento di fornire loro competenze concrete che potranno essere applicate sia nell’ambito dell’atletica giovanile, nel ruolo di istruttore, sia all’interno della macchina organizzativa di eventi come la Mujalonga Sul Mar e la Trieste Spring Run, ma non solo.

“MAI SOLI” non è solo un programma di formazione sportiva, ma un’opportunità per i detenuti di riscoprire sè stessi e di sviluppare un senso di appartenenza a una comunità. L’iniziativa mira a trasmettere valori fondamentali come la responsabilità, il rispetto reciproco e la capacità di lavorare insieme per un obiettivo comune. I partecipanti hanno accolto l’iniziativa con tanta curiosità e voglia di mettersi in gioco. Tra loro, più di uno ha esperienze sportive alle spalle e ha espresso la volontà di riprendere il proprio percorso. “Abbiamo bisogno di vivere esperienze del generele parole condivise da alcuni detenutiche ci danno l’opportunità di tornare a toccare con mano la realtà, in questo caso sportiva, presente fuori dalla Casa Circondariale. Per molti di noi lo sport è sempre stata una grande passione e sinceramente siamo veramente curiosi di cosa verrà fuori da questo percorso condiviso con la Trieste Atletica”.

Il progetto si inserisce nell’ambito di “Sport di Tutti – Carceri”, avviso pubblico del Ministero per lo Sport e i Giovani e di Sport e Salute S.p.A., che intende utilizzare lo sport come strumento di reintegrazione sociale e di prevenzione del disagio. Grazie alla sinergia tra l’Asd Trieste Atletica e la Casa Circondariale di Trieste, si è dato il via a una collaborazione che rappresenta un’opportunità concreta per i detenuti e che nei prossimi mesi sarà un lungo viaggio tutto da scoprire. La Trieste Atletica, fedele al suo claim distintivo “Nessuno resta in panchina” si impegna con passione per garantire che nessuno rimanga indietro, e che tutti possano avere una seconda chance, partendo dallo sport come leva di cambiamento. “Questo progetto rispecchia – sottolinea il Direttivo dell’Asd Trieste Atletica Apsla nostra visione dello sport inclusivo a 360° dove tutti possono essere coinvolti, con le giuste indicazioni e un corretto approccio, e contribuire alla creazione e messa in campo dei nostri progetti. Ci teniamo particolarmente a questa iniziativa all’interno della Casa Circondariale di Trieste perché crediamo come spesso ci si dimentichi di questa fascia della società. Il percorso è iniziato, vedremo cosa succederà nelle prossime settimane e soprattutto come reagiranno, stimolati gradualmente ma costantemente, i detenuti, i veri protagonisti di questo progetto”.