👉 Patrick Nasti

 
NASTI AL PASSATO, AL PRESENTE ED AL FUTURO
 
A Patrick Nasti, di fango sotto ai piedi ne è passato veramente tanto. Il fuoriclasse triestino ha ottenuto innumerevoli risultati di prestigio, sia a livello nazionale che internazionale, nella sua carriera da professionista e ora, nella sua nuova veste di aiuto allenatore e atleta part-time, sta vivendo una nuova parentesi della propria vita. Nei giorni scorsi Patrick ci ha raccontato i retroscena del suo successo sui prati dell’AeroCampo di Prosecco, datato 2015.
 
Chi meglio di lui conosce la Carsolina Cross?
 
Patrick, da quando hai lasciato le Fiamme Gialle un anno fa, hai cominciato una nuova vita. Cosa ti aspetta ora?
 
Appena ho smesso di correre con il gruppo sportivo della Guardia di Finanza, ho deciso di prendermi un periodo di pausa. Quando si è agonisti si dà tutto e sia fisicamente che mentalmente ero molto provato. Volevo proprio far passare un po’ di tempo e tracciare una linea che dividesse la mia vita in due parti. Volevo che ci fosse un prima e un dopo il mio abbandono della mia carriera professionistica. In questo periodo ogni tanto, con la dovuta tranquillità, torno al campo senza alcuna velleità agonistica: prima correvo per lavoro, ora corro per piacere. Ho comunque preso parte ai Campionati italiani di staffetta di cross per dare una mano alla squadra e per lo stesso motivo, quando il lavoro lo permette, affianco il mio allenatore di sempre Roberto Fulanic e provo a spronare il resto del gruppo. Appena avrò un po’ più di tempo libero mi piacerebbe partecipare anche al corso per diventare allenatore e chissà, intraprendere questa nuova avventura.
 
Cosa ricordi della tua vittoria alla Carsolina?
 
Porto come me dei bellissimi fotogrammi. Non sono una persona che si emoziona così facilmente ma in quell’occasione è stato particolare. È stata una vittoria totalmente inaspettata, soprattutto per le condizioni in cui si svolgeva. Non ero conscio della mia condizione fisica e c’erano atleti come Salami e Rachik, sulla carta più quotati di me. Il pubblico poi è stato fantastico e mi ha dato quella spinta di cui avevo bisogno per impormi grazie ad uno sprint, azione che tradizionalmente non mi appartiene. Da lì agli Europei è stata poi una sola grande rincorsa…
 
Che speranze possono nutrire gli atleti di casa in questa edizione?
 
In particolare due atleti giallo-blu avranno la maggior pressione addosso: Jacopo De Marchi e Nekagenet Crippa, entrambi allenati da Roberto Furlanic. Jacopo, che quando posso cerco di seguire in bicicletta, sta crescendo moltissimo. Per lui un risultato positivo sarà ancor più incoraggiante dato che dovrà affrontare le complicanze causate dal cambio di categoria che lo farà correre tre chilometri in più rispetto allo scorso anno. Tra l’altro Jacopo è senza dubbio più portato per distanze più brevi come i 1500m e, sebbene stia lavorando molto per cercare di aumentare il suo range e raggiungere i 5000m, avrà sicuramente più difficoltà rispetto ad atleti più abituati a percorrere certi percorsi. Tuttavia si sta impegnando così tanto che potrà sicuramente giocarsela “Neka”, con il quale ho un rapporto d’amicizia come con Jacopo, è l’altra freccia da scagliare per la società. Ha ripreso ad allenarsi con intensità dopo varie vicissitudini personali e sappiamo che può dare ancora di più di ciò che già dà .
 
Quali sono le memorie più emozionanti che ricordi della tua carriera da professionista?
 
I ricordi belli sono tanti ed è davvero difficile riuscire a trovarne uno in particolare. Più che singoli episodi ricordo con piacere alcuni periodi: la mia partecipazione ai Mondiali, i tanti Europei, le sessioni di allenamenti in altura con la squadra… Nella mia carriera ho avuto la fortuna di crescere costantemente e perciò i momenti positivi si sono susseguiti. Sembrerà una frase fatta ma ogni sportivo potrà confermarla: le fatiche vengono sempre ripagate!
 
GRAZIE PATRIK!!!! Ti auguriamo il meglio!!!!